Oggi, in occasione della Giornata mondiale dell’infanzia e dell’adolescenza, Save The Children ha pubblicato l’XI edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio in Italia. E quello che emerge anche per la nostra regione non è per nulla roseo: in Emilia Romagna quasi 1 ragazza su 5 non studia, non lavora e non segue nessun percorso formativo.
Chiara Tassi ne ha parlato con Arianna Saulini, di Save the Children:
“In Emilia Romagna le ragazze che sono Neet (giovani tra i 15 e i 29 anni che non sono inserite ne in un percorso lavorativo, né scolastico né formativo, ndr) sono il 17,8 contro l’11% dei maschi. Le bambine partono bene, vanno bene a scuola, sono diligenti, poi mano a mano che si avvicinano al mondo del lavoro perdono un po’ la spinta motivazionale per cui è come se soffrissero di più l’approccio al mondo del lavoro. E se guardiamo anche i dati dei laureati son più le ragazze, ma poi che lavorano son più gli uomini maschi.
Tanti gli investimenti che l’Emilia Romagna dedica a questa categoria ma questi investimenti hanno poi secondo voi un ritorno?
Questo è uno dei problemi che ci collocano ultimi in Europa. Sicuramente c’è da afre una valutazione d’impatto per vedere se i fondi dedicati hanno poi un’efficacia. Anche perché i numeri parlano chiaro: c’è anche tra maschi e femmine una forbice che andrebbe colmata. L’Emilia Romagna è tra le regioni virtuose che però non si deve confrontare con le regioni del sud ma con quelli delle regioni vicine, ed in questo caso vediamo che ad esempio Trentino, Fruili e veneto fanno meglio di noi”.
Altri dati interessanti?
Sicuramente quello sulla povertà. L’Emilia Romagna ha il 10,8% dei minori che vivono in povertà relativa, un dato confortante rispetto alla media nazionale ma altre regioni vicine - il Trentino Alto Adige (8,3%) e la Toscana (9,8%)- mostrano come anche qui da noi ci siano margini di miglioramento.
Un altro dato interessante che colpisce non solo l’Emilia Romagna ma tutto il paese è poi quello della denatalità: anche qui facciamo pochi bambini e stiamo perdendo il nostro capitale umano. I minori nel nostro paese rappresentano il 16% ed è interessante notare come nella nostra regione abbiamo una provincia, quella di Reggio, che è tra le 12 province italiane più giovani (con il 17,3%), ed un’altra, Ferrara, che è tra le 12 più anziane (con il 16,2%).
Vorrei però concludere con un dato che è super positivo per la nostra regione, che è quello che riguarda la possibilità di frequentare un asilo nido o un servizio per la prima infanzia: in Emilia Romagna si registra una percentuale di circa il 28% di bambini che nell’anno scolastico 2018/2019 avevano accesso a servizi pubblici offerti dai Comuni, un dato inferiore solo alla Valle d’Aosta e alla provincia autonoma di Trento e che ci colloca tra le poche regione italiane che raggiunge l’obiettivo europeo della copertura intorno al 30%.