E’ stato un giovane reggiano di 21 anni a sparare, nel fine settimana, a Reggio. Due gli episodi che gli vengono contestati. Il primo, sabato, in via Fano, dove la polizia ha rinvenuto 4 bossoli a salve. Il secondo episodio invece ieri mattina quando sempre lo stesso giovane, al culmine di un litigio nato per una questione di circolazione stradale in via Bruno, ha esploso alcuni colpi in aria, sempre da una pistola di libera vendita. Il ragazzo è stato individuato a casa della nonna, con cui vive, e denunciato. A permetterne l’identificazione la targa dell’auto su cui viaggiava, individuata dalle telecamere di sorveglianza.
“Anche a Reggio Emilia ci siamo posti il problema delle baby gang – spiega il questore di Reggio Giuseppe Ferrari – perché oggettivamente abbiamo avuto episodi che hanno coinvolto minori, anche ragazzini con età inferiore ai 14 anni, quindi abbiamo capito che il problema andava affrontato e andavano attuate strategie che consentissero di contenere e monitorare il fenomeno che porta ad assembramenti concordati con il passaparola, anche via social. Assembramenti che poi sfociano in risse e vandalismi e in atteggiamenti di insofferenza rispetto alle norme anti-Covid. Partendo da questa situazione alla fine del 2020 ho attuato un dispositivo che fondamentalmente consiste in un rafforzamento nel controllo del territorio specifico nei confronti di ragazzini. Le nostre pattuglie dunque hanno imparato a stare in mezzo a loro, hanno iniziato ad interagire con questi gruppi di ragazzi, a conoscerli. La nostra presenza, anche con personale in divisa, sono convinto che possa dissuadere chi vuole commettere atti di bullismo e violenza e dall’altra parte rassicuri chi semplicemente vuole passare pomeriggi insieme agli amici. Negli ultimi fine settimana la presenza in centro di tanti ragazzini, forse dovuta al fatto che sono chiusi i centri commerciali. Noi agiamo in stretta collaborazione con la polizia locale, prestiamo grande attenzione ai social per capire anche quali possano essere questi appuntamenti in cui si sono registrate situazioni delicate poi quando si è trattato di intervenire sicuramente si è passati alla fase di repressione: abbiamo arrestato tre minori che avevano rapinato un coetaneo, in quel caso abbiamo convocato i genitori in questura ma anche i servizi sociali.
Una delle questioni emerse è che alcuni ragazzini si sentano forti del fatto che essendo minorenni i loro gesti non hanno conseguenze penali. In realtà non è così, qualcosa si può fare?
Soprattutto credo che tutti debbano fare qualcosa. Io credo molto nei genitori, abbiamo avuto ad esempio qui a Reggio il caso di una cinquantina di giovani che si sono ritrovati in piazza per girare un video di un rapper reggiano. Video che ha poi fatto il giro del web in quando si vedono ragazzi che in spregio alle norme di contenimento del Covid si assembrano, fumando spinelli e maneggiando pistole. In quel caso c’è stato un intervento immediato da parte nostra che ha consentito di sanzionare circa trenta minori e non che hanno partecipato a questo filmato. Nell’arco di una settimana dalla pubblicazione del video abbiamo dato una risposta in termini di repressione alla città, che aveva bisogno di essere rassicurata, poi siamo intervenuti sui genitori: assicuro che convocare i genitori in questura rappresenti lo strumento più efficace in termini di prevenzione e repressione di fenomeni di questo tipo. Quello che credo è che in questa fase si debba agire tutti in maniera coordinata soprattutto dal punto di vista dell’educazione.
Tanti psicologi parlano di questa sorta di ribellione dei ragazzini costretti in casa per molto tempo causa lockdown, privati di attività sportive e luoghi di aggregazione. Stando a contatto con questi giovani avete notato comportamenti diversi pre e post Covid?
Io non sono in grado di fare una valutazione di questo tipo. A Reggio abbiamo fatto interventi importati su bande giovanili anche prima del lockdown, sinceramente dire che il problema sia esploso tutto in una volta dopo il Covid no. Anzi se facciamo il confronto tra il 2019 e il 2020 devo dire che noi registriamo addirittura un calo di questo tipo di comportamenti. Sicuramente devo dire che la presenza di minori in centro è più evidente in questo periodo e il fatto che i centri commerciali siano chiusi incide molto.
Chiara Tassi