Al momento in classe, nelle zone rosse o arancione scuro, potranno rientrare solo –se lo desiderano- gli studenti disabili o con bisogni educativi speciali. Lo ha chiarito ieri sera con una nota il Ministero dell’Istruzione. Niente scuola in presenza, quindi per i figli dei lavoratori essenziali come conferma, intervistata da Chiara Tassi, Ilenia Malavasi, sindaco di Correggio e responsabile scuola dell’Anci regionale:
“La nota ha chiarito come il perimetro giuridico di riferimento sia unicamente il dpcm in vigore. Questo significa che la didattica in presenza è garantita solamente per le attività di laboratorio qualora necessarie e per i ragazzi che hanno delle disabilità o dei disturbi dell’apprendimento. Non ci sono altre deroghe previste, se non quelle per queste categorie specificate dal dpcm. Quindi la precedente nota, che faceva riferimento ad un atto di novembre, non è in questo momento più valida e questo significa che ai figli di sanitari piuttosto che dei lavoratori di altri servizi essenziali, non è garantita l’attività in presenza”.
Restando ancora in attesa di congedi parentali piuttosto che di bonus, tutto il peso dei bambini in Dad ricade ancora una volta interamente sulle famiglie…
Assolutamente si, tanto che come Regione abbiamo avanzato la richiesta al Governo per avere riscontro urgente sui congedi parentali e sui bonus baby sitter. Le scuole chiuse gravano moltissimo sull’organizzazione famigliare ed in particolare sulle donne, e abbiamo la necessità che né le mamme né i bambini paghino questa chiusura. Chiudere le scuole è stata una decisione molto difficile da prendere, ma nel momento in cui continuiamo ad avere una recrudescenza così violenta del virus, con una variante inglese –più contagiosa- che è ormai dominante, è stata una scelta necessaria. Oggi abbiamo un unico obiettivo: fermare il contagio per evitare di arrivare ad un punto di non ritorno anche per la nostra sanità.